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Tutto ha un limite

lunedì 08 febbraio 2010

Sono piacevolmente esterrefatto (se cosi' si puo' dire) per l'articolo che oggi ho letto su La Repubblica.it (La strada di Alfano diventa "Via vergogna" protesta ad Agrigento contro la riforma). Anche nel profondo Sud, e in particolare in Sicilia (terra, a quanto pare, particolarmente cara al premier, visti i numerosi uomini di governo che occupano delle comode poltrone nei palazzi della politica a Roma), qualcuno ha manifestato sdegno nei confronti delle leggi ad personam che questo governo cerca di varare a tutti i costi, con priorita' assoluta anche su problemi che stanno raggiungendo i culmini della drammaticita'.

Ad Agrigento, qualcuno ha sostituito la targa della via dove abita il ministro della Giustizia Angelino Alfano, con una che rinomina tale strada in 'via Lodo Alfano (Vergogna d'Italia)'. Dove non v'e' dubbio alcuno che il 'via' che era un sostantivo e' diventato un avverbio (se ben ricordo l'analisi grammaticale che mi e' stata insegnata alle scuole elementari! ;-)).

Lo trovo un modo intelligente e pacifico per disapprovare l'operato di un governo.

E' quasi ovvio sottolineare quali sono i problemi drammatici del momento, ma non e' superfluo rimarcarlo. Posti di lavoro che saltano all'ordine del giorno. Una situazione che sembra che vada dritta verso l'incontrollabilita'. Principalmente per una sorta di psicosi da crisi che sta colpendo un po' tutti, dall'imprenditoria agli operai. E in tutto questo, le istituzioni si stanno facendo cogliere impreparate.

E' il caso delle delocalizzazioni operate da parte di grosse multinazionali che in Italia si erano insediate con realta' importanti come Yamaha a Lesmo, Glaxo Smith Kline a Verona, Nokia a Cinisello Balsamo, Alcoa in Sardegna e la FIAT a Termini Imerese. E' il caso del porto di Gioia Tauro dove 450 dipendenti rischiano di rimanere a casa. E' il caso di medie e piccole aziende che sulla scia delle strategie delle grandi imprese, sono costrette a chiudere i battenti. E tanti altri casi di perdite di lavoro si potrebbero citare (Eutelia, Biasi, Merloni e cosi' via).

Tutto sembra surreale. E spesso affiora una sensazione che la crisi sia solo un alibi per giustificare una rinuncia ad investire in Italia che nasconde delle verita' che rivelano la debolezza della nostra classe politica e degli strumenti che ha disposto per proteggere il lavoro e i lavoratori. Suona come se le istituzioni siano in preda ad un ricatto da parte delle grandi aziende per avere agevolazioni che consentano loro di aumentare quanto piu' possibile i profitti.

Difatti, se ci pensiamo, la FIAT e' un'azienda che fino a pochi mesi fa aveva un trend di vendite costantemente positivo. E la bonta' della classe imprenditoriale dovrebbe essere in grado in momenti cosi favorevoli di avere anche una certa lungimiranza finalizzata a dare stabilita' nel tempo. Come pure la Glaxo lo scorso hanno ha ottenuto 24 milioni di euro per finanziare propri progetti di ricerca.

Non e' concepibile continuare a finanziare realta' cosi' grosse che hanno tutti i numeri per autofinanziarsi. Come pure non e' possibile che chi lavora deve essere in balia dei capricci bizzarri di aziende che tengono per le palle le istituzioni. In un caso e nell'altro e' sempre il cittadino a rimetterci. E' solo l'ora che la classe politica cominci in fretta ad attrezzarsi di strumenti seri che combattano questi soprusi. Anche la riforma della giustizia - quella nell'interesse di tutti - puo' aspettare.

Pasticcio finanziario

domenica 30 novembre 2008

Se ci trovassimo su una nave in mezzo all'oceano e questa nave cominciasse pericolosamente a barcollare, penso che ognuno di noi si preoccuperebbe di salvarsi e non di capire le cause, le responsabilita' e qualunque altro dettaglio che non aiuterebbe a mettersi in salvo.

Forse questo e' quello che e' successo nei giorni appena trascorsi, a seguito del tracollo della finanza mondiale, che ha avuto come focolaio i templi economici e finanziari dell'America, ma che si e' man mano esteso a macchia d'olio su tutto il globo.

Tutti si sono preoccupati giustamente di preservare i capitali propri; la politica (o almeno una parte) si e' data da fare per proteggere le classi dei piccoli risparmiatori e della piccola e media impresa; le banche hanno invocato l'aiuto delle istituzioni; le banche centrali hanno tagliato il costo del denaro; il papa ne ha approfittato per trovare nuovi clienti tra gli orfani della finanza impazzita.

Io, come un temerario, mi avvento a capire le cause e i colpevoli di questa colossale destabilizzazione che ancora non si e' compiuta del tutto. Mi e' rimasta impressa una intervista di qualche tempo fa di Lucia Annunziata a Massimo D'Alema conseguente alla caduta dell'ultimo governo Prodi e, in particolare, mi e' rimasta in mente l'affermazione di D'Alema: <<La politica e' l'ostaggio dell'economia>>. All'epoca, la frase era riferita al fatto che l'Alitalia aveva stretto per il collo il governo (ndr: il governo Prodi e' rimasto poi 'strozzato'). Io penso che dovremmo riflettere bene e sicuramente riusciremo a trovare un bel po' di casi in cui questa affermazione descrive perfettamente la realta' dei fatti.

Anche se poco si parla delle cause - come ho gia' puntualizzato, tutto ha origine nello 'sgonfiarsi' di una nuova bolla speculativa. Gia' nel 2000 c'era stata la crisi dell'hi-tech che - per quanto abbia fatto numerose vittime - si e' rivelata in proporzioni relativamente contenute. La crisi che ci sta colpendo oggi e' invece quella dei mutui subprime (i.e.: mutui concessi dalla banche a societa', senza richiedere particolari garanzie, come avviene normalmente ad un privato quando si presenta in banca e chiede un mutuo). In sostanza, i titoli legati ai mutui sono lievitati fino a raggiungere valori ben al di sopra del valore reale.

Intere organizzazioni bancarie (Bear Stearns, Merril Lynch e la societa' assicurativa AIG) hanno puntato i loro investimenti su titoli legati alle ipoteche immobiliari (proponendo obbligazioni legate alla crescita di tali titoli).

Alcuni operatori finanziari, invece, hanno addirittura beneficiato di prestiti dalle banche per acquistare titoli legati ai mutui e "ricollocarli" a prezzi sempre piu' alti, con il beneficio ulteriore di dover estinguere il debito in un secondo momento.

Difatti, questi attori sono coloro che hanno alimentato "legalmente" degli strumenti finanziari che sono fuori dal controllo dalle authority che vigilano sul mondo finanziario (hedge fund). Il risultato di questa tumultuosa operativita' finanziaria, a causa di questa crescente domanda di titoli legati ai mutui (e quindi di credito richiesto verso le banche), e' un via via crescente numero di insolvenze da parte della gente comune e, quindi, di pignoramenti e il conseguente crollo dei titoli legati alle ipoteche.

Quindi, in particolare, i gestori degli hedge fund hanno pilotato il crollo dei titoli legati ai mutui decretando la loro svalutazione e, cosi' facendo, hanno massimizzato le rendite (ovvero, hanno speculato) degli strumenti finanziari da loro gestiti.

E cosi', il crollo repentineo (e prevedibile - almeno per le persone che operano in questi settori, al punto che parecchi hanno fatto fortuna su questo crollo) si e' rivelato un vero disastro per le stesse organizzazioni (che hanno dovuto dichiarare il fallimento) e, ancor piu', per i risparmiatori che hanno affidato le proprie fortune alla scelleratezza delle figure che operano per le banche, negli "interessi" dei suoi clienti.

Molti altri operatori finanziari, invece, hanno realizzato degli incommensurabili capitali.

A parte il lecito dubbio che questo sia uno scenario messo in piedi da colossi finanziari americani come Bank of America e JP Morgan (cfr.: La grande bugia del finanziamento bancario), mi chiedo come si fa a giustificare che il sistema finanziario dei nostri giorni possa consentire una destabilizzazione di queste proporzioni. Un sistema piu' rigido paralizzerebbe l'economia mondiale? Ma perche' forse e' piu' importante l'economia che non la dignita' dell'uomo? Milioni di persone sono state depradate della serenita' onestamente conseguita faticosamente con anni di sacrifici. A parte i capitali erosi, si pensi alle centinaia di migliaia di posti di lavoro che in parte sono stati gia' persi e di quelli che si perderanno nei mesi a seguire. Al dramma di queste persone e delle loro famiglie che inevitabilmente si riperquotera' su coloro che avranno la fortuna di continuare a preservare la propria occupazione. Si pensi anche che siamo ancora e solo noi a farci carico di questo enorme buco, per evitare di precipitare in una crisi piu' profonda e senza possibilita' di ritorno. Cio' dovrebbe bastare a delineare i contorni degli effetti di questo "attentato all'umanita'", e dare a ciascuno di noi la consapevolezza che c'e' la necessita' di fare chiarezza sulle responsabilita' che sono senz'altro da ricercare negli ambienti della politica - dove non si e' saputo proteggere adeguatamente il sistema finanziario, e della finanza - dove c'e' chi ha abusato di un sistema debole, forte del fatto che la finanza puo' mettere con le spalle al muro il mondo intero.

'Me fai schifo!!!'

sabato 02 febbraio 2008

Il titolo del post e' riferito alla politica che stiamo conoscendo in questi ultimi anni.

Ieri sera ho raggiunto il culmine del disgusto. Ho visto poche scene di una trasmissione televisiva a seguito della caduta del governo Prodi, e poi ho detto <Basta!! Me fate tutti schifo!!>. Come suole dire un mio amico romano (non 'Romano'!!) soventemente quando cammina per le strade di Roma. Quando si arriva a superare ogni piu' ragionevole soglia del pessimo gusto!

In tutto questo discorso assumo che non ho tendenze politiche. E non la ritengo una restrizione questa, visto che se state qua' a leggermi mi trovate una persona ragionevolmente razionale e capace di fare un discorso super partes.

A parte la consueta magra figura che la nostra classe politica ci fa fare ogni qualvolta in Parlamento (o al Senato) i nostri 'rappresentanti' si esibiscono in un teatrino di basso livello, a cui peraltro la stampa (nazionale e non solo) ha dato gia' un notevole (e non poteva fare diversamente) risalto, il mio discorso si vuole incentrare su altri aspetti per me ancora piu' importanti e inspiegabilmente passati in secondo piano.

Io non mi riconosco nel modo di confrontarsi usato da i politici. Non e' degno per loro in quanto esseri umani. Ma non lo e' ancora di piu' per noi che ci rappresentano. E quel che e' peggio e' che tanto piu' si gasano quanto piu' sanno che la platea e' ampia. Forse questo e' emblematico della nostra epoca. L'epoca del Grande fratello. L'epoca in cui c'e' mania di esibizionismo. L'epoca in cui si arriva a fare di tutto pur di apparire.

Ma se questo esibizionismo esula dalla morale comune, dovrebbero essere loro i primi a mitigare queste tendenze. E invece no.

Io non ho accettato che dal primo momento che Prodi ha costituito il suo Governo, c'e' stato una gara a chi avrebbe fatto lo 'sgambetto'. E tutte le tecniche erano ammesse.

Posso accettare che un governo 'inciampi'. Sicuramente, non e' facile trovare le strategie che accontentino tutti e mantengano al passo una nazione con le altre. Ma non posso accettare nessuna giustificazione al tentativo spudorato di far cadere un governo.

Ma quello che ancor piu' non posso capire e' la passivita' che si assume di fronte a un simile atteggiamento. Non si puo' continuare a disinteressarsi di questo scempio come se sono cose che non hanno influenza sulla nostra vita quotidiana. Perche' non e' difficile guardarsi attorno e' osservare che cio' e' vero.

La stampa estera ci deride perche' non sappiamo risolvere il problema della spazzatura della Campania. Un ministro della giustizia che difatti avoca a se una inchiesta che lo vede indagato. Un presidente di una regione che continua a governare nonostante la condanna in I° grado a 5 anni di reclusione. E via discorrendo.

Ma non solo. E' anche abbassando lo sguardo alle cose che piu' da vicino ci toccano, che ci accorgiamo che non siamo tutelati dalla legge come in un comune stato civile. I camionisti fanno sciopero e il cittadino porta la peggio senza che lo stato riesca ad avere voci in capitolo. Le banche ci rifilano le obbligazioni emesse da societa' fallite e lo stato depenalizza i reati degli imprenditori. Gli incidenti diminuiscono, le assicurazioni riducono le spese e aumentano le polizze. E questo potrebbe essere solo l'inizio di una lunga lista.

E' tutto questo perche'? Perche' abbiamo una vecchia classe politica logorata dal miraggio della poltrona. Che e' disposta a tutto pur di governare, oltre ogni piu' ragionevole limite del pudore. Che non ha la volonta' di capire quanto puo' giovare a tutti un dialogo costruttivo per venire incontro alle necessita' di una nazione.

Invece, in questo clima aumenta la diffidenza del cittadino. Ma sarebbe il caso di interrompere questa sottomissione e pretendere che una nuova classe politica si faccia avanti. Una classe politica selezionata da noi tra le persone comuni in base ai principi puliti che questi portano innanzi.

Sicuramente potremmo pagare lo scotto dell'inesperienza. Ma non la dignita' della sottomissione.

Un'ultima parentesi che si inserisce in modo naturale in questa discussione, riguarda il fenomeno Grillo. Anche se per molti aspetti non combacia con le mie idee (nel senso che non condivido a pieno il suo modo di imporsi), penso che sarebbe la giusta onda da cavalcare, se proprio ognuno di noi non riesce ad uscire dal piu' comune dei luoghi comuni ovvero 'e io che ci posso fare?'. E' un'opportunita' da cogliere perche' fa' luce su misfatti che difficilmente i media (risaputamente conniventi con la politica) trasmettono ai cittadini, e perche' puo' dar eco alla voce delle persone comuni.

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