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Non mi troverete mai su Facebook

martedì 09 dicembre 2008

Fortunato o sfigato? Non lo so'.. Ma, visto che mi trovo a parlare di Facebook e che solo da poche settimane conosco questo aspetto dell'Internet, dovro' necessariamente darmi una collocazione tra le due appena citate. Premesso che c'e' una via di fuga per sfuggire alla possibilita' di essere cosi' sentenziati rispetto a questo fenomeno mediatico. A questo filone privilegiato appartegono quelli che lo ignorano completamente e riescono a non dare peso alcuno, anche se ne sentono parlare. Io penso che la collocazione di un individuo in questo filone sia quella che merita maggior rispetto e che sia un privilegio da custodire gelosamente.

Potro' sembrare un reazionario di quelli piu' fermi, un antiprogressista, uno che non sa' accogliere le novita' con il dovuto ottimismo. Forse in fin dei conti questo social network e' davvero un semplice e quanto mai efficace strumento per tenere vicine le persone anche a distanza di anni e di chilometri. Magari i costi per tener in piedi questo servizio sono coperti interamente dalle pubblicita' che appaiono sul sito e il resto e' sana comunicazione tra persone che voglio stare vicine.

Non e', quindi, il problema che persone indesiderate possono conoscere aspetti della nostra vita che non vogliamo mostrare. Alla fine sara' sempre un numero trascurabile e comunque ognuno, quando pubblica le proprie informazioni, ha la consapevolezza che possono finire sotto gli occhi di un qualsiasi altro individuo. In tal senso, si assume implicitamente la responsabilita' del gesto compiuto. Il problema e' un altro e ben piu' serio.

Nell'era della comunicazione digitale, e' sempre piu' facile e granulare il controllo dei singoli individui. Ci sono sempre piu' dispositivi che mantengono le coordinate dei movimenti delle persone. Oltretutto, e' sempre piu' facile integrare questi dispositivi per correlare le informazioni e ricostruire la storia passata di un individuo. Infine, e' semplice sempre piu' trattare volumi abnormi di dati. Ecco che si e' sempre piu' soggetti tutti indistintamente ad avere una vita in cui non si puo' escludere che qualcuno, conoscendo molto di noi, se ne puo' approfittare per cambiare il corso della nostra vita al fine di compiacere le sue esigenze.

Ci sono due film che voglio citare a proposito. Il primo e' "Minority report" con Tom Cruise e l'aspetto di questo film attinente a questo articolo e' l'uomo che del tutto controllato in ogni suo spostamento. Il secondo e' "The Truman Show" con Jim Carrey, dove salta all'occhio la possibilita' che la vita di un uomo venga interamente e inconsapevolmente manovrata per compiacere altre persone.

Se ci guardiamo un po' intorno siamo sempre piu' esposti all'occhio del grande fratello. Telecamere dappertutto, e poi tessere magnetiche, smatcard, Internet, digitale terrestre, antifurti satellitari, telefonini e molte altre cose ancora potrei aggiungere, ma penso che possa essere sufficiente a far immaginare che non siamo poi tanto lontani dallo scenario dove e' ambientato "Minority report". D'altra parte, anche se l'aspetto e' molto piu' sottile, non e' difficile sospettare che spesso veniamo spinti di proposito a fare delle scelte. Questo e' oltremodo evidente nella comunicazione di massa. Le notizie che talvolta ci pervengono dai mass media sono spesso protese a distoglierci da problemi molto piu' seri e a noi piu' a cuore. La musica che ascoltiamo magari e' quella che incessantemente ci viene riproposta e non quella che giudicheremmo la piu' piacevole ai nostri sensi. La pubblicita' ci induce a fare scelte che non sempre corrispondono alle scelte che altrimenti faremmo. Ma questa influenza ha poco dall'essere temuta rispetto a quella ben piu' inquietante e sempre piu' frequente che e' mirata al singolo individuo perche' e' dettata dalla conoscenza di aspetti della sua vita che magari ha inconsapevolmente divulgato o, peggio, che mai avrebbe voluto render noti. Fortunatamente, da questo punto di vista. l'Italia ha una legislazione solida che tutela la nostra privacy. Tuttavia, ci possono essere dei luoghi dove la nostra protezione viene meno.

Tra questi posti non si possono certo escludere i siti di social networking come Facebook. Ci sono prove che dietro Facebook ci siano organizzazioni come la CIA che possono usare i dati che tutti danno con lo scopo di permettere "di rimanere in contatto con le persone intorno a te". Addirittura ci sono delle clausole che che obbligano gli iscritti a dover contribuire a dare ulteriori informazioni a proposito di indagini giudiziarie che involgono persone amiche di un iscritto. Per le altre societa' commerciali che hanno contribuito a questo progetto - come Coca Cola, Blockbuster e Sony, invece, c'e' solo l'accondiscendenza tacita e irrevocabile ad usare i dati degli iscritti per fini commerciali. Chiaramente, le informazioni dell'iscritto possono essere usate al meglio per fare una pubblicita' mirata.

Per molti sto dicendo cose risapute. Come pure capisco che il ragionamento di tanti e': <<Tanto inserisco solo le informazioni essenziali (nome e foto). Questo non dovrebbe essere sufficiente per poter intaccare la mia privacy>>. Ma difatti le informazioni minime che buona parte degli iscritti inserisce sono solo un tassello in un puzzle di immense dimensioni, che ciascuno contribuisce a ricomporre.

Io preferisco continuare a mandare le email e a divulgare quello che mi viene dalla testa e dal cuore attraverso il mio blog e le mie pagine Web personali, che non sono sotto il controllo di nessuno. Allo stesso modo, chi mi contatta su Web sa' - o puo' stare sicuro, che non c'e' modo di lasciare traccia riconducibile all'identita' del visitatore, salvo l'espressa volonta' sua (e.g.: inserendo informazioni personali nel guestbook). Non dico che e' meglio che trovarsi al tavolo di un pub o, ancora meglio, di una trattoria, e rafforzare le relazioni attraverso una comunicazione diretta, ma sicuramente, specie nei casi i cui le distanze dividono, anche questi possono essere modi genuini di tenere insieme piu' persone. Sono fortunato!

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Posted by 127.0.0.1 on febbraio 09, 2009 at 04:06 PM GMT+01:00 #

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