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Egoismi americani

domenica 16 marzo 2008

L'apertura di nuovi mercati ha sconvolto un po' la vita di tutti. Anche quella di coloro che l'hanno osannata. Primi fra tutti gli Americani. E, secondo il mio punto di vista, mai piu' di adesso stanno esponendo il loro egoismo.

Dalle mie parti, si suole dare del 'cazzone americano' per dire che uno e' proprio un minchione. Io penso che gli epiteti coneati dai nostri predecessori, come pure i detti, hanno sempre un solido fondamento di verita'. D'altronde, i miei avi hanno avuto modo di conoscere bene di che pasta sono fatti gli Americani prima per la liberazione dell'Italia dal fascismo ad opera loro, e poi per l'immigrazione che ci ha visti sbarcare in quantita' nel nuovo continente.

Allora non esito a pensare che il loro egoismo altro non e' che qualcosa di ancor piu' commiserevole.

Forse ci si doveva guardare bene dal diffondere repentinamente il liberismo americano in paesi come India, Cina, Corea, Singapore e Indonesia (insieme coprono una popolazione che e' quasi la meta' della popolazione mondiale), ma evidentemente contro le scellerate pressioni delle grosse multinazionali ad aprire le porte di nuovi mercati, l'America nulla di meglio ha saputo fare se non benedire la 'conquista' dell'Est.

Oggi la corsa di questi paesi verso la modernizzazione ha sensibilmente variato la domanda di beni di prima necessita'. E' normale, quei paesi che stanno conoscendo l'industrializzazione stanno alzando giorno dopo giorno il loro tenore di vita. Cambiano le abitudini, quindi, di un sempre piu' alto numero di persone di quei paesi. Anche quelle alimentari. Ad esempio, molte persone si possono permettere di mangiare la carne bovina a tavola. Quindi, diciamo che mediamente un cinese consuma un chilo di carne bovina in piu' rispetto all'anno precedente. Questo si riflette in un grosso aumento di capi bovini da allevare. E quindi nel consistente aumento di produzione di cereali. Potrebbe essere questa una spiegazione del perche' il prezzo dei cereali e' cresciuto cosi' tanto.

D'altra parte, l'industrializzazione di suo richiede l'impiego di macchine e, quindi, di combustibile per farle funzionare. Non e' difficile immaginare che il progresso di questi paesi abbia fatto impennare il fabbisogno mondiale di combustibile. Avrei due congetture da esporre a seguito:


  1. La corsa degli Americani per la 'conquista' del medioriente

  2. L'America che non mette mano alle proprie scorte di petrolio e piuttosto si mette a produrre migliaia di tonnellate in piu' di mais a discapito della produzione di grano e soia

Mi viene da pensare che la frenetica individuazione di motivazioni valide contro l'Iraq, l'Afghanistan e l'Iran altro non e' che una conseguenza della logica seguita in questa argomentazione. La crociata americana in medio oriente avrebbe garantito la tensione giusta per tenere alto il prezzo del petrolio e, soprattutto, il controllo del petrolio (Come poi oggi si e' verificato). L'America - nella figura delle grandi multinazionali petrolifere - in questo modo vedrebbe realizzata la massimizzazione dei profitti completata dalla elevata domanda di combustibile causata dalla enorme e sempre piu' crescente richiesta dei paesi dell'estremo oriente asiatico (come penso che si stia verificando).

Probabilmente, il benessere dei paesi dell'Est asiatico e' esploso troppo in fretta. Ma sicuramente l'economia mondiale si sarebbe saputa autoregolare per soddisfare anche la crescente richiesta di carni bovine ovvero di cereali necessari agli allevamenti di carne bovina. Tuttavia, il boom della domanda di combustibile ha spinto molti paesi al cambio di destinazione delle colture di grano e soia in colture di mais. Infatti, al contrario di cio' che ci si aspetterebbe, la produzione di mais non e' aumentata per alimentare un numero crescente di capi bovini da macello, ma per aumentare la produzione del piu' remunerativo combustibile (ndr biocarburanti). Tra gli altri effetti ottenuti da questo scossone delle abitudini alimentari mondiali, c'e' stato l'aumento del prezzo delle farine, con conseguenze che si annunciano devastanti per i paesi piu' poveri. In prima fila, tra quelli che hanno attuato questo gioco, troviamo gli Americani che sono i primi produttori di mais al mondo. Nel loro stile, non hanno guardato in faccia nessuno. Infatti, il governo ha incentivato la produzione di biocarburanti (anche se risaputamente si possono produrre in modo piu' naturale - generando meno inquinamento - dalla canna da zucchero, favorendo tra l'altro l'economia di un paese povero come il Brasile). Oltretutto, gli Americani detengono grosse scorte di petrolio e sicuramente potevano fare scelte piu' altruiste.

Difatti, cio' dovrebbe dare un fondamento piu' solido ad uno dei fenomeni scaturiti dall'apertura affrettata dei nuovi mercati o, se si preferisce, dalla nuova ondata di 'egoismi americani'.

In conclusione, tutti dovremmo tenere ben chiaro in mente un'obiettivo fondamentale a cui si mira ovvero il benessere dell'essere umano e dell'umanita'. Ancor di piu' dovrebbe essere chiaro che lo strumento fondamentale per il raggiungimento di questo scopo e' la redistribuzione del benessere che attualmente detiene sono una piccola fetta del pianeta, e di quello che si produrra' in seguito. E in tutto questo non c'e' spazio per scopi subdoli. Gli effetti cominciano a pregustarsi e potrebbero non risparmiare nessuno..

Comments:

Il problema per cui ho sentito il dovere morale di scrivere un post e' un problema che piano piano sta contagiando sempre piu' persone. Qualcuno con un tantino di naso in piu' sicuramente ha potuto scorgere scritti in merito.

Io volevo segnalare un intervento di Romano Prodi su Repubblica.it che espone in modo molto piu' chiaro (non avevo dubbi che non avrebbe potuto far peggio... :-) ) lo stesso problema qui affrontato da me.

http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/ambiente/cibo-nel-mondo/prodi-cibo/prodi-cibo.html

Ci sono due cose che mi compiacciono. La prima e' che la data del post e' postuma (scusate per il gioco di parole :-) ) alla data della pubblicazione del mio post. La seconda e' che l'autore e' Romano Prodi, il nostro 'ex-presidente del Consiglio'. Forse il professore era veramente una persona con una sensibilita' spiccata verso i problemi sociali, e noi l'abbiamo portato al patibolo. La storia ha conosciuto un nuovo martire?

Posted by Rocco Scappatura on aprile 13, 2008 at 04:42 PM GMT+01:00 #

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