Home Page di Graziano Scappatura
Loading

Installazione di Android Kitkat 4.4.4 su HTC HD2

mercoledì 12 novembre 2014

HTC HD2 (noto anche come 'HTC LEO') e' uno vecchio modello di smartphone prodotto da HTC che ha fatto la storia della categoria. La fama di questo telefono e' essenzialmente dovuta all'interesse che gli e' stato dato da un numero sempre maggiore di sviluppatori e dai risultati che si sono riusciti a raggiungere lavorando intorno a questo prodotto. A proposito di questo telefono leggendario, sui vari blog si sono scritte anche frasi come 'They just don't make devices like that anymore', che non e' facile da negare.

HTC ha commercializzato diverse versioni di questo telefono a partire dal novembre del 2009. La versione considerata dentro questo articolo e' la versione distribuita dal carrier di telefonia mobile americano T-Mobile (HTC HD2 T-Mobile).

Le principali caratteristiche (utili nell'ottica della presente argomentazione) di HTC HD2 T-Mobile sono:

- il processore Qualcomm Snapdragon QSD8250 @1GHz ('downclockato' di default @768Mhz);
- la memoria ROM da 1GB;
- la memoria RAM da 576MB;
- la memoria esterna costituita da una microSD da 16GB;

Inoltre, nativamente, HTC HD2 viene venduto con il sistema operativo Windows Mobile 6.5 Professional.

Tra i primi risultati ottenuti dall'interesse che questo telefono ha attratto, e' la possibilita' di installare diversi sistemi operativi (OS). In particolare, e' possibile installare le diverse versioni di Android, OS originariamente sviluppato per smartphone e, ancor prima, progetto che tra i primi collaboratori vede anche Nick Sears (vicepresidente di T-Mobile).

Tutto parte dalla progettazione di un sistema che permette di caricare Android nella ROM del telefono (che essenzialmente e' una flash memory - ovvero un dispositivo di memorizzazione 'a sola lettura', ma piu' volte riscrivibile, di tipo NAND (e per questo chiamata semplicemente 'NAND'). ll software ('firmware') che carica l'OS nella ROM e' il 'bootloader'. Il bootloader, che ha avuto maggior successo in tal senso e che e' quello trattato in questo articolo, e' MAGLDR, sviluppato da Cotulla e dal gruppo di lavoro Dark Force Team (DTF).

Nella mia personale esperienza, mi sono trovato del tutto insoddisfatto dell'uso del telefono con il software nativo e, successivamente, con l'installazione di Windows Phone 7. Ecco perche' mi sono cimentato quindi nella possiblilita' di installare un OS Android per cogliere le differenze e magari trarne i benefici di un uso del telefono piu' proficuo nel senso dell'utilita' che la tecnologia oggigiorno puo' garantire.

Dopo un po' di ricerche iniziali, ho trovato tutto estremamente piu' semplice cominciando ad installare diverse versioni di Android KitKat, seguendo passo passo un semplice ma quanto mai interessante tutorial:

Prima di andare nel dettaglio della procedura di installazione che e' la finalita' di questo post, viene riepilogato di seguito l'elenco dei software necessari e l'eventuale breve descrizione di quello che fa, e di come viene utilizzato ciascuno dei software.

- SDFormatter. Software usato per formattare la microSD usata per estendere la memoria dell'HTC HD2.
- MiniTool Partition Wizard Home Edition. Software usato per la gestione delle partizioni di un disco. Supporta i principali tipi di file system.
- HD2 Toolkit. Software utile per l'installazione del bootloader MAGLDR e che semplifica altre operazioni altrimenti complesse attaverso un pannello di controllo.

Naturalmente, e' fondamentale disporre del firmware Android da installare sull'HTC HD2.

Prima di citare questa ulteriore risorsa, e' utile spendere qualche parola sulla terminologia usata a riguardo. Originariamente, ogni semplice dispositivo elettronico era dotato di un processore al cui interno era codificato un software su memorie 'a sola lettura' (ovvero ROM). Tali tipologie di software sono meglio note come 'software emebedded' e ancor di piu' come 'firmware'. Per via del fatto che risiedono su ROM, si e' cominciato a far riferimento a questa categoria di software come 'ROM'. Mentre l'attivita' di copiare il software sulla ROM viene descritta con una frase direttamente importata dal gergo americano 'flashare la ROM'. Ecco, e' proprio per questo che per installare Android su HTC HD2 e' necessario dotarsi di una ROM di Android. Diremo quindi che, seguendo questo post, procederemo a flashare una ROM su HTC HD2.

La ROM di Android che andremo a considerare e' ovviamente una ROM per HTC HD2. A sviluppare le ROM di Android per HTC HD2 che prendiamo in considerazione e' la CyanogenMod community. La CyanogenMod community e' una rete di volontari e entusiasti di Android di tutto il mondo che sviluppano Android per diversi dispositivi smartphone nuovi e vecchi (cosidetti 'legacy phone' come quando si fa riferimento ad HTC HD2).

Fatta questa leggera digressione sulla terminologia, e' possibile elencare l'ultimo e fondamentale software necessario ai fini di questo post:

- NexusHD2-KitKat-CM11.0. La ROM CyanogenMod 11.0 per HTC HD2 (tali ROM sono appunto identificate come 'NexusHD2') basata su Android 'KitKat' 4.4.4.

Disponendo del software elencato, installato su un PC (A parte della ROM che deve essere semplicemente scaricata sul PC) e di un cavo USB con attacco microUSB per collegarlo all'HTC HD2, si puo' procedere eseguendo i passi elencati:

PASSO 1. Formattazione microSD (SDFormatter). Formattare la microSD come un'unica partizione NTFS.

PASSO 2. Partizionamento microSD (MiniTool). Creare una partizione primaria di tipo FAT32 da 11GB, in modo da lasciare 4GB per creare una partizione primaria di tipo EXT4 da 4GB.

PASSO 3. Copia ROM Copiare la ROM Android scaricata sul PC, sulla scheda microSD, nella partizione di tipo FAT32.

Prima di andare avanti con l'installazione, e' necessario dare qualche chiarimento sul concetto di 'bootloader'. Il bootloader e' il primo pezzo di software che viene eseguito in un dispositivo hardware, con il compito di avviare il dispositivo hardware e di caricare il OS. Data l'essenzialita' di questo software, esso risiede nella ROM.
In un dispositivo Android, il bootloader permette tipicamente di decidere se avviare il OS oppure la 'recovery' (che e' una modalita' che consente di fare diverse operazioni, come l'aggiornamento del software, la cancellazione dei dati di una partizione oppure l'esecuzione di programmi che possono risiedere sulla microSD). Il bootloader dell'HTC HD2 include due componenti: IPL (Initial Program Loader) e SPL (Secondary Program Loader). L'IPL e' molto simile al BIOS nei PC ed e' molto legato all'hardware per cui e' progettato. Essenzialmente, serve per caricare l'SPL nella RAM per essere eseguita. La funzionalita' dell'SPL e' quella di consentire di caricare l'OS o - appunto come si diceva sopra - di avviare la modalita' recovery. Nel caso del bootloader 'di fabbrica', nell'SPL e' codificato il 'Carrier ID' ('CID') che permette che l'unico OS che puo' essere flashato per l'esecuzione e' quello con un corretto 'ID' (quello del carrier, appunto), oltre al controllo della verifica della firma della ROM.
Per l'HTC HD2, questa restrizione viene superata con l'installazione del bootloader MAGLDR, che difatti sostituisce l'SPL con HSPL.
MAGLDR, come si avra' modo di vedere quando sara' tutto prondo per l'installazione di Android, permette diverse possibilita' di installazione:

- NAND (Installazione dell'OS completamente sulla NAND del dispositivo)
- NativeSD (Installazione dell'OS completamente sulla microSD collegata al dispositivo)
- NAND with DataOnEXT (Installazione dell'OS sulla NAND del dispositivo, con alcune partizioni su microSD)

L'installazione che verra' seguita' in questo tutorial e' ovviamente la prima.

PASSO 4. Installazione bootloader.


  • Avviare lo smartphone in modalita' 'bootloader', tenendo schiacciato il tasto 'volume DOWN'. Lo schermo di questa modalita' e' multicolore. Uno smartphone (HTC HD2 T-Mobile) su cui non e' mai installato un OS diverso da quello con cui viene venduto (Windows Mobile 6.5), dovrebbe riportare che la dicitura SPL a indicare che il bootloader e' quello rilasciato dal carrier. Normalmente

  • Collegare lo smartphone con un apposito cavo USB al computer .

  • Avviare HD2 Toolkit installato sul computer.

  • Installare HSPL, cliccando sul bottone 'Install HSPL' del pannello dell'applicazione HD2 Toolkit (Lo smartphone si riavviera' e sara' necessario premere il tasto 'volume DOWN' per avviarlo ancora in modalita' 'bootloader').

  • Effettuare il 'wipe' del dispositivo (ovvero la cancellazione delle informazioni dall dispositivo), cliccando sull'apposito bottone del pannello dell'applicazione HD2 Toolkit (Ancora una volta il telefono va riavviato in modalita' 'bootloader').

  • Installare il bootloader MAGLDR, cliccando sul bottone 'Install MAGLDR' del pannello dell'applicazione HD2 Toolkit.

Dopo l'installazione di MAGLDR, il telefono avviera' MAGLDR e apparira' il menu relativo.

PASSO 5. Dimensionamento del file system del MAGLDR.


  • Dal pannello dell'applicazione HD2 Toolkit, scegliere dimensione della partizione 'system' (320MB) e lasciare invariata la dimensione della 'cache' (45 MB).

  • Con il tasto 'volume DOWN' selezionare la voce 5 ('USB flasher') e premere quindi il tasto dello smartphone con la cornetta rossa.

  • Lasciare completare l'operazione. Alla fine dell'operazione, il telefono si riavviera' riproponendo il menu MAGLDR.

E' possibile adesso staccare lo smartphone dal PC e inserire la scheda microSD nell'apposito alloggiamento dello smartphone.

PASSO 6. Installazione della ROM.


  • Dal menu MAGLDR selezionare la voce 8 ('AD Recovery') e premere quindi il tasto dello smartphone con la cornetta rossa. Si avviera' il menu della recovery.

  • Dal menu della recovery scegliere la voce 'Install zip from SD Card' muovendosi con i tasti 'volume UP' e 'volume DOWN'.

  • Dal nuovo menu che si aprira', ancora muovendosi con i tasti 'volume UP' e 'volume DOWN', spostarsi e selezionare la voce 'choose zip from sdcard'.

  • Selezionare l'unica ROM proposta (quella caricata sulla microSD al PASSO 3 e confermare anche la richiesta di voler installare la ROM selezionata.

  • Cliccare come indicato per continuare l'installazione, secondo il partizionamento del sistema proposto. (*)

  • Nella schermata successiva ci verra' proposto la tipologia di installazione che vorremo seguire (come sopra elencato). Sceglieremo il radio box 'NAND' e proseguiremo.

  • Alla schermata successiva scegliere 'full install' e l'installazione da questo punto proseguira' da sola.

  • Durera' qualche minuto. Alla fine verra' chiesto il riavvio. E' questo il primo avvio del nuovo OS installato.

  • Si presenteranno alcune richieste necessarie per configurare il telefono, tra cui i parametri di accesso alla rete e l'accesso ad un 'account Google' per permettere l'installazione delle 'app'.

Da questo punto si potra' godere a pieno delle funzionalita' di un sistema Android.

Un importante accorgimento da seguire e' quello di fare un backup dal menu della recovery, di tanto in tanto.

L'individuo indifeso

martedì 17 giugno 2008

Ognuno di noi segue una strada. Si', magari fa delle scelte e segue quello che il proprio istinto e la propria ragione alla fine hanno deciso.

Talvolta, e oggi piu' che mai, sono molti i fattori esterni che hanno una voce sulle nostre scelte. Ma per quanto alto possa essere il numero delle persone che hanno la fortuna di capirlo e guardarsi bene dall'essere soggiogati da queste, non ci si puo' mai esimere dall'influsso degli agenti che lungo la strada consapevolmente scelta, si incontrano.

Io, ad esempio, mi sento vittima di questo 'circolo vizioso'. Da quando ho iniziato a riflettere a voce alta, non faccio altro che tornare su argomenti di cui sento parlare alla tivu', di cui leggo sui giornali e di cui parlo con la gente. E poi mi chiedo quanto quello che leggo e quello che sento influiscano su quello che scrivo. E se il peso di questi fattori fosse realmente elevato, dove sarebbe la mia liberta'?

Se sono riuscito bene a distinguere le urla del mio silenzio dalle urla delle mie urla, sento che un fatto di attualita' che e' causa di un rigurgito interiore, e' la questione della 'Sicurezza'.

Tutto ha origini lontane. Ma oggi quelle che erano in me voci lontane, sono cori chiari e unanimi. Ma voglio andare per gradi.

Tutto e' partito da George Bush Sr., con la prima guerra del Golfo. A me hanno fatto credere che c'era una ragione concreta che ha scatenato questa guerra. E, con il senno di poi, razionalmente c'era. Non si puo' accettare passivamente la violazione della sovranita' di uno stato.

La cosa e' scemata. Forse si trattava di primo tentativo - fallito - di incudere timore tra gli individui.

Poi il trionfo del liberismo con l'avvento della New Economy (che io ribattezzerei alla luce dei nostri giorni, la 'Poor Economy'). Per me, tutto e' coinciso con l'esaltazione dell'arroganza del mondo occidentale. Di quelle persone che alzano la voce perche' un fondamento di insicurezza e un complesso di inferiorita', li contraddistingue. Di quelle persone che si illudono di violare la liberta' altrui senza limitare la propria.

La reazione del resto del mondo ha gettato le basi per un ritorno al tentativo di incudere paura nelle persone. Stavolta i tempi erano maturi. Come forti erano le necessita' di creare questo clima.

Forse persino l'attentato delle Twin towers e' stato solo un gesto della vigliaccheria dei figli del liberismo (Diversamente, l'altra possibilita' e' che si e' trattato di una reazione alla disonesta' morale dei figli del liberismo. Il che non muta in sostanza la posizione di un atteggiamento sporcamente liberista).

Ma non insisto affatto su questa mia ultima affermazione, perche' farei il gioco degli attori protagonisti di questo scenario. Impostori che basano le loro congetture su quello che la gente 'percepisce' piuttosto su quello che oggettivamente e' il problema. E che ha come arma, un'arma che spara sapori di insicurezza tra gli individui.

Va da se', che questi miserabili sono ben riusciti a rendere il timore dell'individuo uno strumento per nascondere un buon numero di problemi reali (non percepiti!) e allo stesso tempo per tenere in piedi una classe politica che abusa consapevolmente e senza scrupoli di questo sudicio populismo.

La campagna di pace in Afghanistan e la seconda guerra del Golfo, sono state tutto sommato ben viste nel mondo Occidentale. E gli strascichi sono stati del tutto 'benevoli' su scenari internazionali come pure in realta' a noi tutti piu' vicine.

Nelle nostre citta' parlare di sicurezza e' un buon antidoto a qualunque problema. Basta fare attenzione a quello che un qualsiasi mezzo d'informazione promulga.

E' noto che la notizia e' per lo piu' mirata a fare odiens e non informazione. Si parla di piu' degli scandali della casa reale d'Inghilterra che non del governo che ha varato una legge ad personam per un politico che abbiamo votato. Ma il peggio e' che la notizia talvolta e' finalizzata (volutamente o no) ad aumentare la percezione che il cittadino ha della necessita' di essere protetto. Spesso usando gli extracomunitari come capro espiatorio per la miriade di problemi di cui siamo sommersi. Si parla di piu' dei nordafricani che spacciano droga agli angoli delle nostre citta' che non di chi ha in mano il business dello spaccio di stupefacenti e della prostituzione. Del resto, nessuno si fa scrupoli nemmeno a criminalizzare anche cittadini comunitari, facendo, tra l'altro, etichettare il nostro paese come 'xenofobo' e difatti calpestando il sacrosanto diritto di migrazione dei popoli che ogni paese civile dovrebbe riconoscere. E cosi' si parla piu' del presunto tentativo di rapina di un bimbo da parte di una ROM (e della relativa 'caccia all'uomo') che non delle persone che a decine muoiono sul lavoro.

E oggi la tendenza non cambia. Gli esponenti di governo decantano la necessita' di sicurezza che il popolo acclama. E si e' arrivati a spiegare tremila soldati lungo le strade delle nostre citta'. E quanto ancora si puo' fare! Tutto finalizzato a distrarre il cittadino dai problemi reali. E lasciare che qualcuno possa indisturbatamente fare o non fare il proprio dovere di politico.

Chi vede come esagerata questa 'teoria della cospirazione', puo' sempre cominciare a domandarsi se realmente la sicurezza del cittadino e' diminuita rispetto agli anni addietro. Magari qualcuno rispondera' positivamente ad una tale domanda. Allora suggerisco di chiedersi se magari cio' puo' trovare una giustificazione nell'aumento della disparita' sociale. D'altra parte si puo' continuare chiedendosi se l'aumento della linea dura riuscira' a garantire la sicurezza dei cittadini o scatenera' odi incontenibili tra diversi ceti della societa'. E se si arrivasse alla legalizzazione della detenzione di armi per la difesa personale come culmine dell'esasperazione della sicurezza dell'individuo? Allora forse solo allora si capira' che abbiamo sbagliato strada...

La strega di Portobello

mercoledì 27 febbraio 2008

Anche per questo libro di Paulo Coelho mi sono dilungato incredibilmente nel leggerlo. Ma anche questa volta non ho scusanti. E' solo il piacere di sapere che e' sempre la' sul comodino pronto per essere aperto e farmi provare quella sensazione particolare che solo Coelho sa' far provare. Viceversa, e' la paura di tornare a casa, entrare in camera da letto e non trovare sul comodino un libro di questo artista che, come nessun altro, sa' svegliare e deliziare il mio essere persona.

Fra le righe voglio precisare, che un altro libro di Coelho (ndr: 'Il cammino di Santiago') sta la', pronto ad ansimare a lungo prima che finisca tra le mie mani e sotto i miei occhi.

In questo libro, Coelho continua nel suo stile e si rinnova. E' importante, come sempre per lui, l'ambiente in cui tutto si svolge. Ma si tratta sempre di posti nuovi (Londra, Libano, Romania, Dubai e Saintes-Maries-de-la-Mer). O meglio, sono posti per cui riesce a raccontare qualche aspetto nuovo legato alle popolazioni, alle tradizioni, alla storia. Quasi una esortazione ad andare a toccarli con mano e provare le stesse emozioni.

Un'altra novita' che mi ha affascinato in questo romanzo e' la struttura (e l'abilita' di Coelho a dargliela) che e' atipica. Si tratta verosimilmente di un reportage sulla vita della protagonista - la strega di Portobello - raccontato da persone che, piu' o meno - le sono state vicine. Tante interviste che, messe insieme, danno vita a documento particolarmente lineare che descrive la vita di questa donna. Tuttavia, non viene tolto al lettore il sacrosanto diritto di emozionarsi attaverso sempre nuovi intrighi e misteri che una piacevole lettura deve offrire.

NB: Chi non e' interessato all'intrigo e alla suspense, puo' continuare a leggere.

Il redattore di questo documento non e' altri che il poliziotto di Scotland Yard a cui spesso fa' riferimento la protagonista - Sherine Khalil, Athena, strega di Portobello, quando qualcuno le chiede sulla sua vita privata. In realta', Athena vive per forza di cose questo rapporto atipico con questo poliziotto (un rapporto che e' marginale in tutto il racconto, ma che aggiunge solo intrigo ad esso) in modo distaccato, al fine di perseguire il suo intento ovvero, diffondere amore senza per giunta creare un mito.

Quest'ultimo aspetto la porta, insieme al poliziotto, a studiare il modo per uscire dalla figura carismatica che era riuscita a costruire. Magari questo puo' essere visto anche come il suo scopo di vivere una vita piu' normale dopo che la sua 'missione' era compiuta.

Difatti, tutto ha origine da un precoce matrimonio - con Lukas, e da un altrettanto precoce divorzio, dopo la nascita del figlio - Viorel. Viorel e' un nome romeno. Come romene sono le origini di Athena. Athena fu adottata da una coppia di facoltosi Libanesi, presso un orfanotrofio della Transilvania in Romania. Con lo scoppio della guerra in Libano, tutta la famiglia si trasferi' a Londra.

Il periodo dopo il divorzio viene descritto in tutte le difficolta' che una giovane donna sola con un figlio da crescere, si trova ad affrontare. Da li', la vita di Athena e' un continuo crescendo. Anche se non c'e' particolare enfasi verso i meriti della protagonista, ho avuto l'impressione che lo scrittore voglia attribuire il ritrovemento della giusta via ad Athena e alla capacita' di ascoltare il proprio cuore (esortazione ricorrente nelle opere di Coelho).

Piu' che mai, in questo momento Athena avrebbe avuto bisogno dell'aiuto del tanto adorato Santissimo. Ma la Chiesa - strumento con cui Athena suoleva rivolgersi abitualmente a Dio - con i suoi dogmi, si interpone sbattendole le porte in faccia.

Athena accetta questo rifiuto e va a vivere in appartamento, sola con il piccolo Viorel.

Il proprietario di questo appartamento e' Pavel Podbielski. Grazie a Pavel, Athena conosce la Ricerca del Vertice, la danza di gruppo che Pavel dirige, finalizzata a non perdere di vista il 'Vertice', ovvero quel punto del cuore di ognuno di noi che emana luce, fin tanto che si e' disposti ad accettarlo e riconoscerlo.

Lo scopo della danza e' raggiungere l''estasi', ovvero uscire fuori di se' stessi. Cosi' facendo la mattina, Athena riusciva a passare il resto della giornata concentrata su tutto cio' che si verificava intorno a lei.

Attraverso questa danza, Athena riusci' a migliorare i rapporti con i propri colleghi e cambiare il clima lavorativo in tutta l'agenzia di banca dove lavorava. Un cambiamento che porto' ad un incremento di produttivita' che risuono' fino ai vertici direttivi della banca e causo' la promozione di Athena: il trasferimento a Dubai, dove la banca aveva aperto da poco una filiale importante.

A Dubai, Athena viene a conoscenza di un beduino, un certo Nabil Alaihi. Da questi, Athena apprende l'arte della calligrafia. Nabil dice che "...la mano di chi traccia il segno riflette l'anima di chi scrive...", ma io su questo avrei molto da recriminare (ndr: ho una calligrafia che fa schifo!). Per cui, sono proteso ad interpretare questa parte del romanzo, come la descrizione della formazione del carattere di Athena. Athena scopre che il carattere si forma attraverso l'esercizio continuo del proprio corpo (le abitudini), a partire dai piccoli gesti - come puo' essere la scrittura. Non solo, le abitudini non possono prescindere dalla passione che ci si mette nella ripetizione dei normali gesti quotidiani, affiche' l'individuo raggiunga la piena maturazione.

La maturita' e' anche avere chiari i propri obiettivi (e risconoscere i propri limiti come prerequisito per raggiungerli). Questo e' molto ben illlustrato da Coelho con la metafora degli spazi bianchi. Athena attraverso la pazienza e l'esercizio, riesce a dominare le parole, ma rimane il vuoto quando la penna si alza dal foglio, prima di scrivere la parola successiva. Il perseguimento dell'arte della calligrafia, permette ad Athena anche di capire che uno degli spazi bianchi sono le sue origini. Da qui nasce la consapevolezza della necessita' di andare alla ricerca della madre naturale.

Ho trovato molto profonda ed emozionante la descrizione della confessione di Athena ai genitori adottivi di voler conoscere la propria madre naturale. E ancor di piu' l'accettazione da parte dei genitori adottivi.

Athena cosi' parte per la Romania del primo 'dopo-Ceausescu'. A Bucarest, Athena conosce, in due incontri separati, Edda (una Scozzese che si reca in Romania per celebrare il funerale del suo 'maestro', che si scoprira' poi essere il 'Protettore' della madre naturale di Athena. Edda sara' la 'maestra' di Athena) ed Heron (un giornalista che si innamorera' di lei, e che avra' un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli scopi di Athena).

Verra' accompagnata a Sibiu dal Rom Baro (Capo dei Rom) Vosho. Dal Rom Baro, Athena riesce a farsi raccontare diversi fatti relativi al popolo dei Rom (altri particolari molto interessanti sui Rom sono descritti dallo storico Antoine Locandour). In particolare, in questa parte del romanzo, Coelho riesce a dare una connotazione particolarmente affascinante ai Rom, nonostante oggigiorno vige nella nostra societa' una chiara avversione verso questo popolo.

A Sibiu, Athena incontra la madre naturale Liliana. Il romanzo conosce in queste pagine, la parte piu' umana. Liliana racconta che ebbe Athena da uno straniero (gaje). E che fu presto disillusa dell'illusione di ogni donna, di vivere accanto al proprio principe azzurro, perche' da subito lo 'straniero' non si dimostro' in grado di sostenere la crescita della figlia. Il Rom baro fece in modo che Liliana non fosse scacciata dalla tribu' ma, la bambina dovette essere comunque portata in un orfanotrofio, dato l'impossibilita' di crescerla di Liliana.

Coelho racconta lucidamente la sofferenza di Liliana. E dipinge questa donna sottolineando soprattutto la convizione - che in essa soffoca la sofferenza, che la figlia tornera'. Come pure e descritta nitidamente la gioia composta della madre che ritrova la figlia (ma che non basta a sommergere i sensi colpa che affiorano inesorabili in essa, fin tanto che non potra' piu' fare a meno di confessarsi con Athena).

L'intensita' del breve incontro si arricchisce con i racconti di Liliana relativi alla sua adorazione di Santa Sara (protettrice dei Rom) e delle Sante Marie del Mare, e alla Grande Madre. La Madre e' - secondo la visione di Liliana - Dio, che non e' altro che la Natura. La Natura che le ha sussurrato le parole che le hanno ridato fiducia nei momenti piu' bui della sua vita.

Una tappa importante prima del rientro di Athena a Londra e' la festa che Liliana prepara alla figlia per il suo ritrovamento. Si tratta di una danza notturna intorno a un falo' nella foresta intorno a Sibiu. Durante questo rito Athena scorge la Grande Madre, il dio che a cui in realta' i Rom credono. E' questo il riempimento degli spazi bianchi per Athena o meglio la scoperta di come dominarli: il venire a conoscienza delle propria madre e trovare una connotazione piu' chiara nella societa', una maggiore chiarezza sul percorso da seguire nel prosieguo della sua vita.

In seguito, Athena incontra piu' volte Edda e comincia a fare da medium per la Grande Madre.

Il gruppo che partecipa alle sedute e' inizialmente costituito dagli allievi della scuola di teatro frequentata da Andrea - la compagna di Heron finche' non diverra' l'allieva di Athena. A seguito delle incarnazioni, il gruppo si infoltisce sempre piu', fino a quando la sua popolarita' non si diffonde in tutto il quartiere di Portobello.

La risonanza di questa 'setta' non puo' che causare lo sdegno della Chiesa. E' forse questa l'ultima nota che precede la 'scomparsa' di Athena. Una nota polemica, sicuramente, che evidenzia l'atteggiamento (non poco frequente) ipocrita della Chiesa, che non ho problemi ad esternare sebbene sono un cristiano praticante e stimo molte personalita' che rappresentano questa istituzione.

Search

Tag Cloud

Archive

recent Post

Link

Blogroll

Feed

All Post

ADS