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L'Italia si togliera' la scarpa

sabato 17 aprile 2010

Garibaldi nella sua tomba e' gia' da un pezzo che stara' dando segni di insofferenza. Gli Italiani invece ancora no. Mi riferisco a quelli che sono a favore dell'Italia unita come la storia l'ha disegnata. Si, perche' gli altri invece - almeno quelli che sono consapevoli di cio' che sta avvenendo - staranno sogghignando in attesa che qualcosa di palese e corrispondente alla loro immaginazione, si compia.

Leggo oggi - e ho quindi la conferma - che quello che tanti sospettano, e' una verita' che si sta perpretando alle spalle di tante persone che vivono all'ombra dell'ottimismo che oggi viene da piu' parti profuso. O, viceversa, all'ombra di un malessere imposto che non da' spazio alla visione dei problemi al di la' di poche decine di centimetri del proprio campo visivo.

Mi riferisco ad un isolamento progressivo. Quello che oramai e' visto come un pezzo incancrenito della nostra Italia: la Calabria, e forse anche le zone ad esse attigue.

Per rendere piu' chiaro quello che voglio dire, riporto l'articolo intitolato 'Arance made in Italy (o quasi)' de 'Il Fatto Quotidiano' di oggi.

Sono rammaricato da come le risorse piu' belle che questa terra possiede vengano lasciate svalorizzarsi, incuranti del benessere che possano portare per la Calabria e per l'Italia tutta.

Gli aranceti, tra queste, sono gia' saltati agli onori della cronaca per i fatti di Rosarno di qualche mese fa. Ma forse in pochi hanno capito che la causa alla base di questi episodi incresciosi sono da ricercarsi nella caduta del valore delle arance della Calabria. Non certo del cuore immenso dei cittadini onesti che vivono di agricoltura a Rosarno. Molti meno sono consapevoli che le responsabilita' dell'essere arrivati a questa situazione sono chiare e non sono da ricercarsi tra gli agricoltori che non sanno dare valore al proprio prodotto.

Luigi Marino, di cui ho avuto difficolta' a trovare notizie in rete oltre la carica che attualmente ricopre ovvero presidente di Confcooperative (ndr: per il resto si e' guardato bene dal preservare la propria privacy professionale.. :-||), nell'articolo sopra citato afferma, indegnamente o obiettivamente, che il succo delle arance calabresi non puo' essere parte dei succhi di arancia che arriva al consumatore.

Sara' anche vero. Ma perche' il ministro delle Politiche Agricole non riesce a dare delle linee guida per riconvertire le colture della nostra Calabria affinche' si ritorni presto ad essere di nuovo protagonisti di questo mercato? Perche' lascia che questo mercato ci venga tranquillamente sottratto da concorrenti esteri che portano i loro prodotti da migliaia e migliaia di chilometri di distanza dall'Italia e da paesi che non sappiamo nemmeno a quali regole di lavoro soggiacciono?

Beh! Se andiamo ad indagare piu' da vicino chi era il nostro ministro ai tempi dei fatti di Rosarno, ci accorgiamo che si trattava di un certo Luca Zaia, leghista, che si e' occupato prevalentemente (per non dire esclusivamente, come si puo' vedere dal sito del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) di fatti che piu' da vicino interessano il settentrione d'Italia.

Oggi, Luca Zaia ha 'abdicato' in favore di Giancarlo Galan (viceversa, Zaia siede alla poltrona di governatore del Veneto che era in precedenza occupata da Galan). E dalle prime battute di questo mandato la musica non sembra - prevedibilmente - essere cambiata.

Ma la Calabria ha altre risorse, fortunatamente. Il turismo, ad esempio. Peccato pero' che ovunque si vada a cercare un ente che possa aiutare l'Italia a rimanere unita, si trovano persone che il senso dell'unita' non ce l'hanno nemmeno lontanamente nella propria immaginazione.

Il Ministero del Turismo (di cui ad oggi non e' noto il sito ufficiale) e' capitanato da Michela Vittoria Brambilla. Di questa persona, quello che mi e' rimasto impresso e' senz'altro una puntata di Ballaro', subito dopo il suo insediamento, in cui da un suo scontro verbale con Ignazio Marino, non e' venuta fuori alcuna intenzione di operare a fin di bene per il turismo del Sud.

Men che meno mi ha convinto il suo compaesano (ndr: entrambi sono nati a Lecco) nonche' viceministro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Castelli che si e' esibito piu' volte in show agghiaccianti di uomini di governo che parlano solo a favore della propria regione di appartenenza, sia in materia di turismo:

che non:

E' giusto allora che ciascun Italiano che vuole un'Italia unita, indaghi per scoprire se e' stato ingannato o se si e' responsabilmente distratto da un dovere che accomuna tutti quelli che la pensano come lui. Possibilmente presto. Prima che l'Italia decida di togliersi la scarpa.

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