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Il falo' delle vanita'

sabato 19 marzo 2011

Su due piedi, mi vengono in mente due film che in qualche modo mi ricordano questo capolavoro: L'avvocato del diavolo, di Taylor Hackford e con Al Pacino, e Una poltrona per due, di John Landis e con Eddie Murphy. Il primo tratta la vanita' sullo sfondo di un'ambientazione thriller, mentre il secondo la presenta in un contesto ironico, per molti fuorviante. Ma non vi e' dubbio che sono tanti altri i film che si rifanno a questa tematica.

Il falo' delle vanita', invece, estremizza la vanita' proliferante nella nostra epoca. L'arroganza e la pontificazione dell'edonismo che si combattono, si abbattono e rinascono senza tregua. E il finale non lascia intedere che ci sia una prospettiva di trovare una via d'uscita da questo circolo vizioso, se non riscoprendo determinati valori.

Il falo' delle vanita' (The Bonfire of Vanities) e' un film di Brian De Palma tratto dall'omonimo romanzo di Tom Wolfe. Il protagonista del film e' un finanziere della New York degli anni '80: il bianco e ricco Sherman McCoy interpretato magnificamente da Tom Hanks. Su un passo falso di questo personaggio oltremodo arrogante e pieno di se', si incentra lo sviluppo del film. Sherman si trova per sbaglio in un quartiere del Bronx insieme alla sua amante Maria Ruskin, interpretata da Melanie Griffith. La loro Mercedes e' avvicinata da due presunti malviventi di colore. Maria, che e' alla guida, in preda al panico, investe uno dei due ragazzi (che si scoprira' dopo essere rimasto in coma). Ignara di tutto, la coppia si dilegua.

Da qui si leva un falo' di vanita' che si alimenta ancor di piu' quando si arriva ad avere dei forti sospetti che il colpevole dell'incidente che ha coinvolto il ragazzo di colore, sia Sherman McCoy. E quest'ultimo diventa una bella torta che in molti vogliono suddividersi. Il procuratore distrettuale interessato al voto dei neri per le prossime elezioni. Il reverendo Bacon che fa leva sulla disparita' tra bianchi e neri per specularci sopra. L'avvocato Fox che vuole denunciare l'ospedale che ha assistito la malcapitata vittima, per negligenza. La madre della vittima che placa il suo dolore quando annusa che beneficera' di buona parte del risarcimento.

E poi, la moglie Sherman che lo lascia e svuota la casa di famiglia. L'amante unicamente interessata all'eredita' del vecchio marito morto di infarto. E, dulcis in fundo, il giornalista Peter Fallow, interpretato da Bruce Willis, che da profestionista sull'orlo del baratro, riesce inaspettatamente a trarne da tutto cio', la pubblicazione di un racconto che lo rende un ricco e famoso scrittore.

Il giorno del giudizio anche la folla dimostra, con la sua fame di giustizialismo, di pretendere un ruolo che puo' trarre dei vantaggi in questo gioco al massacro.

A questo punto e' la Giustizia (impersonata dal giudice Leonard White, interpretato da Morgan Freeman) - intesa come aspetto oggettivo della vita degli uomini - che desta le coscienze di una societa' malata, compresa la giustizia - intesa come organo istituzionale - che anch'essa si e' dimostrata perturbata dalla vanita'. Il film quindi vuol essere un invito a riscoprire i valori della Giustizia perche' in essa e' vista la cura di molti dei nostri mali.

Riporto il discorso finale del giudice Leonard White alla folla scontenta del verdetto, in lingua originale, cosicche' nulla si perda del senso delle parole:

You dare call me a racist! Well, I say to you, you -- a mob who dares to come into these walls -- I say to you, what does it matter ... the color of a man's skin? If witnesses perjure themselves... and a prosecutor, a sworn officer of the court, enlists the perjurers ... and a district attorney throws a man to the mob and lawyers carve up that man for his money... and men of the cloth, men of God take the prime cuts! Now you tell me -- IS THAT JUSTICE?!

I don't hear you!

I'll tell you what justice is not. Justice is not the will of the few and it's not the will of the many. Justice is not politics. Justice is the law. And the law is man's feeble attempt to set down the principles of decency. Decency! And decency is not a deal. Or an angle, or a contract, or a hustle or a campaign or a trick or a bid for sympathy. Decency is not the beast that bays for money, power, dominion, position, votes and blood! Decency is what your mother taught you! Decency is in your bones! Do I make myself clear! Now go
home. Go home now.

Be decent people. Be decent.
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