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Ricomincio da capo

lunedì 14 gennaio 2008

Uno di quei film che io reputo geniali. Una commedia brillante ma, guardato con un pizzico di attenzione in piu', un film psicologico che nasconde uno strato del subconscio di ciascuno di noi che, talvolta, svela la volonta' di rivivere una giornata della propria vita - per poter dare una diversa direzione, conoscendo a priori gli eventi a cui ci si trovera' a partecipare.

In realta', pero', il messaggio che io ho potuto cogliere e' ben diverso e molteplice nei suoi aspetti.

Senz'altro tutto e' mirato a focalizzare l'egocentrismo dell'uomo della nostra societa'. Un ruolo che Bill Murray, nel personaggio del metereologo Phil Connors, impersona benissimo, senza mai dover ricorrere alla volgarita' a cui non si puo' quasi far a meno di ricorrere nel cinema dei giorni nostri, volendo interpretare situazioni non banali.

L'egocentrismo salta all'occhio dal fatto che un altro Phil - una marmotta, gli faccia concorrenza nel prevedere il tempo (in occasione della festa della marmotta - il Groundhog Day, che ricorre il 2 febbraio di ogni anno).

Il film si sviluppa a partire dalla consueta trasferta di Phil Connors e della sua troupe, a Punxsutawney in Pennsylvania, per la festa della marmotta. Questo rituale mostra quindi la tendenza del metereologo a subordinare a sé stesso ogni valutazione della realta'.

Tuttavia, proprio come uno scherzo del destino, e' di questa giornata particolare che Phil Connors rimane prigioniero: ogni giorno si sveglia nel letto della pensione dove pernotta, ed e' lo stesso giorno. In realta', il metereologo rimane imprigionato nei suoi egoismi. Vano sara' ogni tentativo di vivere un nuovo giorno, fin tanto che non riuscira' a scoprire e levarsi di dosso questo malessere.

Un altro aspetto e' evidente dallo scorrere delle scene. La vita moderna eccessivamente schematica che non lascia spazio alle cose piu' semplici ed essenziali. Una vita che ci rende ciechi e ci fa perdere di vista le ragioni per cui ci troviamo sulla Terra. Allo stesso tempo e' una vita che si ripete con una cadenza che farebbe impressione ad uno svizzero. E ci riempie di angosce esistenziali che ci impediscono anche di chiederci perche' ci troviamo stretti in questa morsa.

Si evince cio' principalmente dalla scena che si ripete ad ogni risveglio di Phil Connors nello stesso giorno, e nel suo passaggio ripetuto (nel percorso che usa fare per raggiungere la piazza dove si celebra la festa della marmotta) davanti ad un elemosinante. Mai il metereologo si e' accorto di questa presenza, preso com'e' dal pensiero del servizio sulla festa della marmotta e dal rapido rientro in sede (nell'emittente dove lavora) dove lo attende la diretta delle previsioni delle 17 (che non ha intenzione nemmeno di lasciare al suo collega, a causa della sua natura egocentrica). Solo quando riesce ad accorgersi del suo malessere riesce ad accorgersi dell'elemosinante e del fatto che questi morira' alla fine della giornata. E' l'uscita da questi schemi che gli permette di accorgersi di quel povero uomo e che gli trasmette la sensibilita' di dedicare una sera tutta all'elemosinante, prima che questi si spenga serenamente.

Inoltre, il film trasmette la miriade di difficolta' che ciascuno di noi deve affrontare per togliersi di dosso questa 'corazza', una volta che avverte la necessita' di ritornare ad avvicinarsi ai sentimenti innati che un essere umano nutre. Phil Connors si risveglia nello stesso giorno una miriade volte, e spesso e' pervaso dalla frustrazione. Dapprima e' la frustrazione di non riuscire a tornare alla sua solita vita (quella di personaggio egocentrico). Poi, quando si accorge di provare qualcosa per la sua collega Rita (ovvero quando si accorge del proprio malessere), e' frustrato dal fallimento ripetuto dei tentativi di superare questo malessere. Il superamento del suo malessere e' metaforizzato dalla conquista di Rita (splendimente interpretata dalla bella e affascinante Andie MacDowell) e dal conseguente risveglio nel tanto atteso 3 febbraio.

Null'altro da dire se non che il film e' stato rifatto in versione italiana da Antonio Albanese con il titolo di E' gia' ieri. Anche questo e' un ottimo lavoro, e Albanese ha sicuramente saputo metterci del suo. Ma il film di Bill Murray mi ha lasciato una sensazione di maggiore appagamento. Mi esimo da ogni altro paragone.

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