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La mia interpretazione di 'Pablo' di De Gregori

sabato 29 novembre 2008

Mio padre seppellito un anno fa,
nessuno piu' a coltivar la vite,
e verde rame sulle sue poche, poche unghie,
e troppi figli da cullare.

E il treno io l'ho preso e ho fatto bene
spago sulla mia valigia non ce n'era
solo un po' d'amore la teneva insieme,
solo un po' di rancore la teneva insieme.

Il collega spagnolo non sente non vede
ma parla del suo gallo da battaglia
e la latteria diventa terra
prima parlava strano e io non lo capivo
pero' il pane con lui lo dividevo
e il padrone non sembrava poi cattivo.

Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno pagato Pablo, Pablo e' vivo.

Con le mani io posso fare castelli,
costruire autostrade e parlare con Pablo,
lui conosce le donne e tradisce la moglie,
con le donne ed il vino e la Svizzera verde.

E se un giorno e' caduto e' caduto per caso
pensando al suo gallo
o alla moglie ingrassata come la foto,
prima parlava strano e io non lo capivo
pero' il fumo con lui lo dividevo
e il padrone non sembrava poi cattivo.

Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
vivo vivo vivo

Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
vivo vivo vivo

Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
Hanno ammazzato Pablo, Pablo e' vivo.
vivo vivo vivo
vivo vivo vivo

Non c'e' altro modo, per certe canzoni di Francesco De Gregori, che dare una interpretazione personale. Vana e' la ricerca di commenti di Francesco De Gregori - che e' l'unico che puo' sapere cosa egli voglia esprimere attraverso la sua opera, almeno per quanto riguarda la maggior parte delle sue canzoni. "Pablo" ne e' un esempio calzante.

La sensazione e' che De Gregori parli in prima persona di qualcuno consapevolmente costretto (infatti, dice "...Il treno io l'ho preso e ho fatto bene..." e poi anche "...solo un po' di rancore la teneva insieme...") ad emigrare subito dopo la morte del padre ("Mio padre seppellito..."). Va a cercar fortuna in Svizzera e Pablo, spagnolo, e' il suo collega di lavoro a cui la canzone e' ispirata ("Il collega spagnolo..." lascia pensare che Pablo era un collega proveniente dalla Spagna. Mentre, dalla frase "...con le donne ed il vino e la Svizzera verde." mi viene da pensare che la Svizzera sia il posto dove chi parla e Pablo lavorano e hanno fatto amicizia).

Anche Pablo deve essere un emigrante che ha lasciato i propri affetti nella sua terra di origine per trovar fortuna altrove ("...parla del suo gallo da battaglia" e poi, quando dice "...lui conosce le donne e tradisce la moglie..." e "...alla moglie ingrassata come la foto..." sembra che parli di un rapporto a distanza con la moglie).

Ma poi tutto si incentra sulla disgrazia che ha subito Pablo. Ho dei dubbi sulla fine che ha fatto Pablo. E' morto ("Hanno ammazzato Pablo,...")? Oppure e' rimasto invalido ("...non sente non vede ma...")? In ogni caso, evinco un tema oggi piu' che mai attuale ovvero gli incidenti sul lavoro ("Costruire autostrade..." e poi "...un giorno e' caduto e' caduto per caso...") e le responsabilita' di chi coordina i lavoratori ("...il padrone non sembrava poi cattivo.").

Il testo sembra voglia sottolineare l'importanza di tener forte il legame tra le persone che condividono le stesse asperita' di vita, sono soggette alle stesse sorti e si trovano dalla parte del piu' debole, in armonia con il pensiero "di sinistra", di Francesco De Gregori.

Vasco sull''Olimpico'

lunedì 22 settembre 2008

Non pensavo che l'ultimo lavoro di Vasco (Il mondo che vorrei - 2008) fosse all'altezza dei suoi maggiori successi. E tuttora ne sono convinto. Allo stesso modo, non pensavo che un concerto di Vasco fosse un evento che sarebbe riuscito ad affascinarmi a tal punto.

E invece mi sono dovuto ricredere. Non avevo nemmeno un gran voglia di andarci. Ma d'altra parte era una di quelle cose che sono concorde che nella vita si devono provare.

La data si avvicinava e cresceva l'attenzione per lo spettacolo. Sapere che la sera prima (la prima data del Tour 2008 allo stadio Olimpico di Roma) c'era stato il tutto esaurito ha costituito una spinta ulteriore per la mia volonta' di esserci. E una volta la', il mio desiderio crescente non e' stato disilluso. Anzi, il mare di gente di ogni eta', estrazione sociale e culturale, ha fatto si che io realizzassi il potere comunicativo di questo personaggio.

Spesso, siamo abituati a fermarci davanti alla frase banale che si associa ad un VIP, a delle qualita' che non tardano a diventare retorica e ci impediscono di osservare con maggior attenzione l'artista e l'uomo, e crearci un nostro giudizio personale. Questo e' proprio l'esempio tipico che ho vissuto sulla mia pelle. Non ho mai avuto una particolare simpatia per Vasco: "Vasco e' razzista", "Vasco e' grande", "Vasco e' commerciale", "Vasco vive del successo che ha fatto con i sui primi pezzi" e cosi' via. Ma, una volta che mi sono trovato al concerto, sono stato subito indotto a pensare cosa cela realmente un personaggio che riesce a richiamare costantemente tutta questa folla.

Forse, si e' venuto a creare un fenomeno mediatico proporzioni spropositate. Ma realmente nelle canzoni di Vasco c'e' il modo che ognuno di noi preferisce per esprimere i propri sentimenti. Quelli che mai esprimeremmo se non attraverso una canzone di Vasco. Il mio plauso e la mia ammirazione per Vasco a questo punto prende corpo. Ha colpito in pieno il senso della canzone come forma d'arte, come strumento per incentivare lo sviluppo sociale e, quindi, perche' ogni uomo possa crescere un'epsilon in piu' comprendendo meglio il fine della sua missione durante la parentesi terrena o - se non altro - come rendere dignitosa la vita di un comune mortale.

Cambio canale

lunedì 07 aprile 2008

Pippo Baudo a Sanremo non riesce a regalare alcuna novita', come dovrebbe invece fare un festival che si professa 'la piu' importante delle manifestazioni canore d'Italia'. Ma e' solo un nauseante riciclo di quello che nemmeno trent'anni fa' era novita'. E qualche giovane spinto da dietro da 'super Pippo' e trascinato davanti da una giuria fatta di persone che avrebbero accettato anche di fare una telepromozione con Roberto da Crema pur di apparire in TV.

E in tutto cio', non riesce piu' a salvare il culo nemmeno il dopofestival, affondato definitivamente dalla squallida polemica tra Luzzato Fegiz e Toto Cotugno. Forse qualcosa di artificiale. Costruito apposta per risollevare le sorti del festival (dubbio peraltro legittimo, dati i precedenti di Baudo). Ma che, a mio parere, ha disgustato quelle poche persone che, come me, si aspettavano dal dopofestival qualche spunto interessante che e' venuto a mancare completamente nel festival, e che invece non ha potuto constatare altro che la capitolazione della vecchia signora che fa ridere ma non diverte piu'. Che non riesce a cogliere molte verita'. Che non vede ne' ascolta le esegenze del pubblico che le gira le spalle.

Forse la sconfitta della TV e' solo dovuta alla voglia di nuovo che l'uomo matura per ogni cosa nel corso della sua vita. Forse e' la normale e salutare fine di un ciclo, preludio di una rinascita e di una piu' che mai folgorante nuova stagione della TV. Forse e' solo una mia masturbazione mentale.

Ma oggi preferisco leggere un quotidiano o un perodico, per farmi un quadro di quello che succede intorno a me, e non vedere un telegiornale che assume sempre piu' i contorni di uno show che deve fare odiens piuttosto che un notiziario di informazione. Preferisco ascoltare un po' di musica invece che vedere un programma a premi in cui si vince sempre piu' per fortuna e sempre meno per la dottrina o per l'intelletto. Preferisco navigare su Internet e prender parte ad un newsgroup invece che ascoltare un talk show in cui si parla sempre piu' di cose che interessano a chi parla e sempre meno a chi ascolta.

E persino la programmazione di un film in TV oggi sta diventando qualcosa di vecchio e' superato. Disponendo di un collegamento ad Internet sufficientemente veloce e cliccando su 'http://www.riflettotv.it', si accede ad una Web TV interattiva, ovvero un sito che da' all'utente l'arbitrio di scegliere uno dei film in programmazione, e guardarlo in streaming attraverso il browser e senza l'installazione di alcun software.

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