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Il Cammino di Santiago

sabato 16 gennaio 2010

Ho percorso parallelamente a Paulo Coelho, le sofferenze che lui ha patito lungo il pellegrinaggio intorno a cui si impernia questo libro. Non tanto per essermi calato nella parte del protagonista del romanzo, ma quanto per aver letto controvoglia pagine e pagine da cui non riuscivo ad estrapolare qualcosa che mi appagasse interiormente o che mi coinvolgesse emotivamente.

Tuttavia, ho continuato testardamente a leggerle perche' se dovevo dare un giudizio negativo, non mi avrebbe fatto sentire certo sereno l'averlo dato sulla base di una visione incompleta dell'opera che avrei giudicato.

Il Cammino di Santiago e' il primo romanzo di Paulo Coelho. Risale al 1987. Mentre l'edizione italiana risale al 1990. Il romanzo e' autobiografico. Parla di una tappa importante della sua vita. Ovvero del viaggio che nel 1986 lo vide percorrere il Cammino di Santiago.

Sono riuscito a comprendere quanto realmente importante sia stata questa esperienza per Coelho solo guardando l'intervista di Fabio Fazio durante una puntata della trasmissione Che tempo che fa.

Nell'intervista Coelho spiega come, essendo cresciuto in un collegio di Gesuiti, gli sia stato imposto di credere in Dio e come sia stato naturale, a seguito di questa imposizione, allontanarsi da questa credenza. La ricerca della propria spiritualita', innata in ognuno di noi, lo ha spinto a girovagare tra le piu' disparate religioni, avvicinandosi anche alla magia, prima di percorrere ll Cammino di Santiago e quindi ritrovare la convinzione che nel Cattolicesimo, con il suo male e il suo bene, si rispecchi la sua spiritualita'.

Nel romanzo, Coelho parla di un ordine che vive all'interno della Chiesa Cattolica che ha l'ambizione di comprendere il linguaggio simbolico del mondo. Si tratta dell'Ordine di RAM (Rigore Amore Misericordia, Regnum Agnus Mundi).

Il romanzo inizia con la cerimonia che lo avrebbe dovuto vedere incoronato Maestro dell'Ordine di RAM, con la conseguente consegna di una nuova Spada, in sostituzione della vecchia che lo aveva accompagnato nel superare tutte le prove che lo avevano portato fin li'.

La cerimonia si interrompe bruscamente quando Coelho tende le mani per ricevere la Spada dal Maestro. Il Maestro infatti gli fa capire che le prove che ha superato gli avrebbero dovuto insegnare che in quella cerimonia avrebbe dovuto rifiutare la Spada. In quanto, quel gesto indica che c'era ancora una certa propensione a distinguersi dalle persone comuni. Ovvero che nel suo cuore c'era ancora dell'impurita'.

Per conseguire la Spada allora a Coelho gli viene ordinato di riprendere il cammino della Tradizione, seguendo il Cammino di Santiago. Lungo quel cammino, tra le persone semplici e superando dei difficili ostacoli (che corrispondono con i peccati di avidita', superbia e fascinazione verso i prodigi di cui Coelho ha peccato durante la cerimonia), avrebbe dovuto trovare la Spada che lo aspettava in un punto preciso ad una certa data e ora, che intanto era stata consegnata alla moglie e che lui non avrebbe potuto toccare senza l'ordine del Maestro.

Le origini della cittadina Santiago de Compostela, capitale della comunita' autonoma spagnola della Galizia, sono da individuarsi ai tempi in cui l'apostolo Giacomo si spinse fino in quelle terre per predicare il Vangelo, e li' trovo' la morte. Fu sepolto in un campo dove una notte un pastore vide una stella brillare. A quel campo fu dato il nome di Compostela ('Campo della stella') e li' sorse nel tempo la cittadina di Santiago de Compostela (San Giacomo di Campostella).

Il Cammino di Santiago consiste di varie rotte che partono da varie cittadine - anche fuori dal territorio spagnolo, e confluiscono a Puente la Reina. Da Puente la Reina il percorso prosegue per alcune centinaia di chilometri fino a raggiungere Santiago de Compostela.

Nel primo millennio del Cristianesimo, il Cammino di Santiago (noto ache come Via Lattea, visto che i pellegrini che lo intraprendevano si orientavano di notte seguendo le stelle della Via Lattea) rappresentava uno dei tre cammini (gli altri due sono quelli che portano alla tomba di San Pietro a Roma e al Santo Sepolcro a Gerusalemme) che si percorreva per accedere ad una serie di benedizioni e indulgenze.

Il cammino che il protagonista segue nel racconto parte dalla cittadina francese di Saint-Jean-Pied-de-Port. A Saint-Jean-Pied-de-Port Coelho trova Madame Debrill che lo mette in contatto con quella che sara' la sua guida spirituale, Petrus. Petrus accompagnera' Coelho lungo il percorso, ma puntualizzera' prima di congedarsi da lui, che non lo ha seguito per aiutarlo a trovare la Spada ma per dargli gli strumenti che gli serviranno per trovarla. Questi strumenti consistono in una serie di esercizi che vengono indicati come le Pratiche di RAM. Da quel punto, dopo avere superato sfide e prove (le lotte con il cane feroce, la risalita della cascata e l'alzata della croce di ferro), Coelho e' lasciato da solo in balia di se' stesso per completare la ricerca della sua Spada.

Coelho e' ancora convinto di dover trovare una spada come quella che gli doveva essere consegnata al momento della cerimonia che lo doveva incoronare Maestro dell'Ordine di RAM. Corrispondentemente, il suo smarrimento aumenta e il motivo principale e' che non concepisce la domanda sull'utilita' di tale spada. Più si avvicina la fine del percorso, piu' il protagonista si sente affranto. Assiste al Rituale della Tradizione, prova un senso di invidia per l'Australiano che riesce a conseguire la sua spada, ma ancora non percepisce perche' egli non riesce ad ottenere la sua di spada. Alla conclusione di questa cerimonia ai Templari di Ponferrada, Coelho si sente addirittura in colpa per aver deluso la sua guida spirituale, che era stata tanto paziente e disponibile a trasmettergli le Pratiche di RAM.

Allo sbando Coelho segue una ragazzina che lo porta a Villafranca di Bierzo, fino al Portale del Perdono. Tale portale e' un traguardo della stessa valenza del santuario di Santiago de Compostela per quei pellegrini che non hanno la forza di affrontare l'ultimo tratto del cammino e l'averlo attraversato, garantisce loro le stesse indulgenze dei pellegrini che arrivano alla fine del tragitto. Una volta attraversato il portale, Coelho offri' del denaro alla ragazzina per averlo accompagnato al Portale del Perdono, ma gli furono rifiutati.

Ripreso il cammino, Coelho incontra un uomo che gli propone di portarlo a visitare la chiesa di San Giuseppe Falegname. Ancora una volta, il protagonosta accetta, con la speranza fievole di trovare la Spada, quasi che oramai non sa piu' a cosa aggrapparsi, e giunge con lui sino alla chiesa. Ancora una volta offre del denaro come ricompensa, e ancora una volta i soldi vengono rifiutati. I gesti dell'uomo e della ragazza, sono gratuiti

Queste due situazioni portano Coelho a riflettere sul fatto che, ogni volta che il suo unico pensiero e' il ritrovamento della Spada, Petrus lo distoglieva mettendolo davanti a delle prove sempre piu' dure. Parallelamente, pensava all'uomo e alla ragazzina che invece servivano la loro cittadina - mostrandola con orgoglio ai pellegrini di passaggio, senza curarsi della ricompensa. Nei pensieri di Coelho, si andava delineando che la Spada poteva essere considerata alla stregua della sua ricompensa.

Ancora una notte e un dialogo con Astrain (il suo Messaggero) per far mettere a posto qualche tassello, e, finalmente, Coelho, lungo la risalita del Cebreiro, trova la chiave di questo viaggio. Il segreto della Spada era la motivazione che spingeva al suo ritrovamento. Cosi' come nella vita ogni conquista e' tale se si conosce la finalita' per cio' che si vuole conquistare.

In cima al monte, Coelho sublima la sua conquista fermandosi a pregare ai piedi del Crocifisso e poi seguendo una pecora che lo conduce in una cappella dove incontra il Maestro che gli consegna la Spada. Anche in questo contesto Coelho impregna la sua avventura di una sorta di misticismo. Come del resto avviene in tutto il racconto.

Il cammino di Coelho si riduce, quindi, a un culto continuo di virtu' umane che porta a scoprire l'essenza della vita dell'uomo, e che rappresenta una giustificazione del risultato raggiunto. E cio' rende oltremodo pesante la lettura del racconto specie nella parte centrale. Un'altra buona dose di pesantezza e' inoltre data da un eccessivo richiamo agli esoterismi dell'Ordine di RAM.

Questi aspetti hanno diminuito la fluidita' della mia lettura, visto che avevo immaginato al romanzo come a una cronaca di un viaggio, contornato da preziosismi sui temi di vita che solo Coelho sa dare. Una sorta di delusione quindi e' affiorata man mano che leggevo il libro, non trovando tra le pagine nulla che era degno di essere sottolineato. Ma oltre a questi aspetti, Coelho e' riuscito a riaccendere il mio interesse, sfoggiando un finale avvincente e colmo di significati rendendo il mio giudizio su questo romanzo nel complesso positivo.

Sorry seems to be the hardest word

mercoledì 30 dicembre 2009

Le sensazioni che suscita l'ascolto di questa canzone, mi hanno spinto ad approfondire e quindi estrapolarne un significato. Devo dire che, in linea con la mia filosofia, ancora una volta la percezione sensoriale (conscia e non) si e' rivelata a grandi linee conforme con quello che poi la realta' si e' dimostrata. Questo per dire quanto importante possa essere saper decifrare le proprie sensazioni primordiali perche' da esse possono affiorare delle verita' che la ragione o l'esperienza possono tardare a rivelare.

What have I got to do to make you love me
What have I got to do to make you care
What do I do when lightning strikes me
And I wake to find that you're not there

What do I do to make you want me
What have I got to do to be heard
What do I say when it's all over
And sorry seems to be the hardest word

It's sad, so sad
It's a sad, sad situation
And it's getting more and more absurd
It's sad, so sad
Why can't we talk it over
Oh it seems to me
That sorry seems to be the hardest word

What do I do to make you love me
What have I got to do to be heard
What do I do when lightning strikes me
What have I got to do
What have I got to do
When sorry seems to be the hardest word

Il testo di questa canzone e' una presentazione di una serie di situazioni in cui ci si puo' imbattere vivendo un rapporto di coppia. E in particolare quando si imbocca la strada, anche in buona fede, in cui si vuole affidare alla ragione il compito di accompagnare un rapporto per l'eternita'. La ragione, con i suoi principi e la sua indulgenza, dovrebbe portare a rendere trasparente qualsiasi cosa si interponga tra i partner offuscando all'uno la visione dell'altro.

La ragione pero', in realta', fa fatica a produrre questo risultato e sfocia spesso in ostinazione. E ancora peggio in frustrazione. Fino ad portare alla morte del rapporto.

E' proprio questo che fa trapelare il testo di questa canzone. La completa apertura che ci puo' essere da parte di un membro della coppia, e la sua volonta' e l'impegno a trovare un modo per farsi amare ed essere importante per il partner ("What have I got to do to make you love me..." - "Cosa devo fare per farmi amare da te...", "What have I got to do to make you care..." - "Cosa devo fare per coivolgerti..."). Esternati pero' in un modo che sottolinea quanto sbagliato sia l'approccio per perseguire il bene della coppia. E cio' Elton John lo lascia intendere dal malessere per una ipotetica perdita del partner ("What do I do when lightning strikes me And I wake to find that you're not there..." - Cosa faccio quando un fulmine mi colpisce e mi sveglio per accorgermi che non ci sei...").

Poi la dose e' rincarata, sottolineando che a quel punto si e' gia' sulla strada del 'non ritorno' e anche le scuse non servono a niente ("What do I say when it's all over And sorry seems to be the hardest word..." - "Cosa devo dire quando e' tutto finito e scusa sembra essere la parola piu' difficile da far capire...").

Per dare maggior consapevolezza dello sbaglio che si commette usando la ragione come strumento per far vivere un amore, l'autore rimarca l'incredulita' - che cela un profondo senso di frustrazione - che avvolge chi cerca di comunicare con il partner attraverso un canale rotto, e non riesce a spiegarsi perche' non e' capace di farsi capire ("It's sad, so sad It's a sad, sad situation And it's getting more and more absurd. It's sad, so sad Why can't we talk it over..." - "E' triste, tanto triste E' una situazione veramente triste E sta diventando sempre piu' assurda. E' triste, tanto triste Perche' non riusciamo a comprenderci...").

Per questo motivo, trovo questo testo un ammonimento per coloro che si illudono o che pensano di poter governare l'amore con razionalita'. Detto in altri termini, e' un invito a vivere il rapporto con la predisposizione ad accogliere e assecondare la persona che si ama, rinunciando alla comprensione di suoi determinati modi di essere e alle pretese nei suoi confronti, che non producono nulla di buono per la coppia, in quanto questi aspetti non sono in linea con quello che l'amore e'. Per non arrivare mai al punto in cui, anche chiedendo scusa, non si e' capiti.

Sorry seems to be the hardest word di Elton John risale al 1976. In seguito, sono uscite diverse interpretazioni da parte di vari artisti. Tra queste, quella che preferisco in assoluto e' quella dei Blue, visto che ha una ritmica piu' vivace, che tuttavia non snatura la (fantastica) melodia originale. Riporto di seguito un karaoke che ho trovato su YouTube e che ho apprezzato subito vista la simpatia che nutro nei confronti questo modo di esprimere il piacere della musica.

Pensavo fosse amore invece era un calesse

lunedì 13 luglio 2009

Questo film e' un quaderno di appunti sull'amore. Una raccolta di post-it attaccati qua e la' con dei pensieri, delle situazioni, delle sensazioni che piu' o meno consciamente una persona puo' vivere se si imbatte in affari di cuore.

In mezzo a tutti questi pensieri disordinati, scivola via la trama vera e propria del film. La storia tra due giovani (Tommaso, interpretato da un immenso Massimo Troisi, e Cecilia, interpretata da una giovanissima Francesca Neri) che sono accomunati da una relazione amorosa vissuta con leggerezza da parte di lui, e con un desiderio - piu' che giustificato e - continuamente disilluso, di un rapporto intenso di emozioni e di attenzioni, da parte di lei. L'incuranza e l'ingenuita' nell'atteggiamento dei due, sfociano nella rottura del rapporto, proprio alla vigilia del loro matrimonio.

E' proprio il modo di descrivere questa fase della relazione che rende questo film veramente speciale. E a riprova che il tema centrale del film e' proprio la crisi di coppia, c'e' il riferimento a diverse situazioni in cui dei legami sentimentali vengono meno. C'e' l'assoluta inspiegabilita' e la forsennata ricerca di una ragione per capire cosa e' che ha causato la rottura, specie da parte di chi e' stato lasciato. Ma anche da parte di chi si trova la' a compatire la persona che soffre. E quasi emerge la voglia di evidenziare la differenza di stato d'animo tra le due parti. Lo strazio di chi vive la crisi in prima persona da una parte, e il sottile compiacimento di chi sta la' a portare conforto. E proprio questo ruolo viene impersonato magnificamente da Amedeo. Una persona subdola e dal comportamento mediocre (anche se, nonostante cio', risulta buffo e divertente nel modo in cui viene interpretato da Angelo Orlando) che sta la' a gufare sulle relazioni d'amore intorno a lui, senza mai sbilanciarsi nei suoi modi di porsi, e a nutrire la propria stima con le disgrazie amorose altrui. Almeno fino a quando non riesce ad approfittare di questo suo atteggiamento maligno per mettersi insieme a Flora, subito dopo che questa ha piantato il suo amico Giorgio.

Un altro aspetto molto emblematico che e' espresso egregiamente in questo film, sono le follie che si arriva a compiere per recuperare una storia d'amore. Addirittura Tommaso ricorre ad una maga per rompere la nuova relazione di Cecilia (ndr: con Enea, interpretato da Marco Messeri) e ristabilire la sua relazione. Ne viene fuori qualcosa di veramente divertente. Ma la cui morale da' chiare indicazioni sull'irrazionalita' dei rapporti amorosi, che poco ha da spartire con gesti ed eventi volutamente generati per far intraprendere alle stesse relazioni una strada piuttosto che un'altra.

A conferma dell'imprevedibilita' dei sentimenti, il finale del film illustra l'inaspettato ripensamento di Tommaso, che non si presenta in chiesa per celebrare le nozze con Cecilia.

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