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Il 'buon senso' del MIUR

giovedì 10 marzo 2011

Un albo e' uno strumento istituito per tutelare la qualita' delle attivita' svolte dai professionisti che vi appartengono. Allo stesso tempo l'albo tutela la categoria professionale e il codice deontologico che regola la professione.

In Italia esistono una varieta' di albi professionali. L'albo dei notai, dei chimici, degli avvocati e via discorrendo.

Erano anni che gli informatici aspettavano un albo. Logicamente era pure concepibile che una professione che molti ritengono impropriamente di poter esercitare, venisse regolata e protetta nella tutela soprattutto di coloro devono ricorrere a soluzioni informatiche che debbanno soddisfare requisiti propri di una disciplina ingegneristica.

Alla fine e' arrivato solo un compromesso che, se lo si analizza a fondo, tale non e'. E ancor di meno lo e' alla luce dei soprusi - argomento centrale di questo articolo, che il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca) sta perpretando nei confronti di una parte degli informatici.

Nel 2001 l'allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ha decretato la riforma delle professioni (DPR 328/2001). In particolare, sono stati riorganizzati gli albi professionali, ridefinendo la loro struttura e stabilendo i titoli necessari per l'accesso.

In sostanza, ogni albo e' stato suddiviso in sezione A e sezione B. Alla prima possono accedervi solo coloro che sono in possesso della laurea specialistica. Mentre alla seconda possono accedervi quelli che detengono una 'laurea' triennale (si notino bene gli apici posti ad enfatizzare l'inopportunita' del termine usato per indicare il titolo tra di essi contenuto! :-|| ) (*).

Per quanto riguarda gli informatici, all'articolo 47 del suddetto decreto, e' previsto che al settore dell'informazione dell'albo professionale dell'ordine degli ingegneri sezione A, possano accedervi coloro che sono in possesso della laurea specialistica classe 23S - Informatica.

Non sarebbe poi da considerare un cattivo risultato per gli informatici che si vedono dal nulla, a poter accedere ad un albo professionale, sebbene in condivisione con una categoria che difatti e' caratterizzata da una preparazione accademica che ben si distingue dalle scienze dell'informazione, o che quanto meno non approfondisce l'aspetto scientifico del trattamento dell'informazione nella misura in cui invece si occupa dell'aspetto progettuale di sistemi che permettono lo scambio di informazione.

A giustificare quanto detto si puo' ricorrere alle definizioni delle due discipline recuperate da una fonte oramai considerata condivisibilmente autorevole, quale Wikipedia:

Le scienze dell'informazione sono lo studio dei fondamenti teorici dell'informazione e dell'elaborazione, e delle tecniche pratiche per la loro implementazione e la loro applicazione nei sistemi di calcolatori.

L'ingegneria informatica e' una disciplina che integra diversi campi dell'ingegneria elettrica e delle scienze dell'informazione richieste per sviluppare i sistemi di calcolatori.

L'ingiustizia si completa dall'interpretazione del decreto DPR 328/2001 da parte del MIUR che attraverso la nota n. 2126/2002 asserisce che i laureati in Scienze dell’Informazione e in Informatica non possono accedere all’esame per la professione di ingegnere.

Il 19 Gennaio 2004 pero' puo' essere ricordato come il giorno in cui i laureati in Scienze dell’Informazione e in Informatica si sono fregiati di una prima vera vittoria rispetto a questa discriminazione.

Il TAR della Puglia accoglie (sentenza 635/2004) il ricorso presentato dal dott. Rocco Ciardo, laureato in Scienze dell'Informazione, che apre difatti anche ai laureati in Scienze dell’Informazione e in Informatica le porte per poter accedere all'esame di stato per l'accesso al terzo settore dell'ordine degli ingegneri.

Tuttavia, la sentenza emanata dal TAR della Puglia, a seguito del ricorso, consente pero' soltanto a colui che lo ha vinto di godere di questi privilegi, senza effetto alcuno sul DPR 328/2001 e sue interpretazioni da parte del MIUR.

In seguito, il DM 270/2004 ridefinisce, tra l'altro, i nomi dei titoli che le universita' sono atti a rilasciare. In particolare, la laurea specialistica cambia nome in laurea magistrale. Ma nella sostanza nulla cambia. Inoltre, segue il Decreto Interministeriale 5 maggio 2004 che sancisce l'equipollenza delle lauree in Scienze dell'Informazione e Informatica con la laurea specialistica 'classe 23S - Informatica'. Tale equipollenza e' pero' esplicitamente dichiarata valida nel suddetto decreto 'ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici'.

Seguono altri ricorsi isolati accolti (e.g.: sentenza del TAR del Veneto n. 4116/2005) ma che non cambiano difatti le condizioni di accesso all'albo.

Di questo ho potuto prendere personalmente coscienza nel 2008, quando ho presentato la domanda per la partecipazione all'esame di stato per l'abilitazione alla professione di ingegnere, settore dell'informazione. La risposta alla richiesta di parere inviata dalla mia universita' al MIUR, con DR 3991/2008, riporta:

questo Ufficio ritiene che le intervenute sentenze del TAR Puglia n. 635/2004 e del TAR Veneto n. 4116/2005 non modifichino l'interpretazione fino ad ora seguita nell'applicazione delle norme di cui al DPR 328/2001 gia' indicata con nota di questo Ministero n. 2126/2002.

Nel 2010, l'ALSI (Associazione nazionale Laureati in Scienze dell'Informazione ed Informatica) pubblica, attraverso il suo sito, la notizia della sentenza n. 8046/2010 del TAR del Lazio che annulla la circolare del MIUR n. 2126/2002, permettendo difatti l'accesso all'ordine degli ingegneri sia ai laureati in Scienze dell’Informazione che ai laureati al vecchio ordinamento di Informatica (Ordine degli ingegneri accessibile anche ai laureati del vecchio ordinamento grazie ad una sentenza del TAR).

Tuttavia, non tarda ad intervenire il Consiglio di Stato che con l'ordinanza n. 4229/2010 sospende, in via cautelare, gli effetti della sentenza n. 8046/2010 del TAR del Lazio.

Il significato del verbo 'sospendere' lascia ben sperare agli informatici profani in materia giurisdizionale, che verra' un giorno in cui qualche organo costituzionale competente esaminera' la sentenza del TAR del Lazio e si pronuncera' in merito alla legittimita' di dare l'accesso anche ai possessori della laurea in Scienze dell'Informazione e Informatica, ante DM 509/1999, al settore dell'informazione dell'albo professionale dell'ordine degli ingegneri sezione A.

Nel frattempo, prendendo atto che ci si trova in Italia, si puo' decidere di non pensarci troppo oppure, trovando quantomeno anomalo (**) questo dilungarsi su situazioni dove va evidentemente ristabilita l'equita', si puo' diffondere il proprio sdegno.

Preambolo a questa categoria

sabato 22 novembre 2008

Qualcuno si chiedera' perche' non ho chiamato questa categoria semplicemente 'Informatica'. Essenzialmente, 'Tecnologie Informatiche' e' piu' appropriato.

Cerchero' di riportare all'interno di questa categoria, degli articoli su esperienze 'drammatiche' che ho avuto con l'applicazione delle teorie informatiche - che oggi si riscontra pressocche' ovunque.

Sembra strano che anche io parli di 'traumi'. Ma se ci si pensa un po' piu' a fondo, e' naturale. La grande applicazione delle teorie informatiche e' risultata necessariamente in uno 'snaturamento' radicale della disciplina scientifica di partenza, fino al punto che la tecnologia risultante sia per molti (veramente molti) qualcosa di veramente profano. E chissa' perche' poi si arriva a concludere con molta superficialita' che l'Informatica e' qualcosa di astruso, fino al punto che anche in ambito accademico sembra che abbia avuto il sopravvento l'idea che si tratti di una disciplina ai margini della scienza.

Basti pensare che non esiste una professione associata al laureato in informatica. Solo con la riforma delle professioni del 2001 (Dpr 328/2001) e' stato riconosciuto ad una parte degli informatici di poter accedere ad uno degli albi degli ingegneri (Albo degli ingegneri, settore 'dell'informazione'). Un riconoscimento che difatti suona piu' come una 'occupazione' da parte degli ingegneri di una disciplina che non gli compete affatto.

L'Informatica, piu' correttamente da referenziare come 'Scienza dell'Informazione' o 'Teoria dell'Informazione', e' una disciplina scientifica, e in quanto tale va' trattata a parte, ed e' di competenza di persone con una preparazione appropriata e qualificata.

Tornando ai contenuti, piu' che raccontare il dolore provato per 'le capocciate contro i muri', mi limitero' a raccontare come ho fatto ad abbaterli, laddove ci sono riuscito (:-)).

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